mercoledì 31 luglio 2013

Apocalisse 22,1-11

La venuta del Signore
1 E mi mostrò poi un fiume d'acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. 2In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall'altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all'anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni.
3E non vi sarà più maledizione.
Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello:
i suoi servi lo adoreranno;
4vedranno il suo volto
e porteranno il suo nome sulla fronte.
5Non vi sarà più notte,
e non avranno più bisogno
di luce di lampada né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà.
E regneranno nei secoli dei secoli.
6E mi disse: «Queste parole sono certe e vere. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve.7Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro».
8Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. E quando le ebbi udite e viste, mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo che me le mostrava. 9Ma egli mi disse: «Guàrdati bene dal farlo! Io sono servo, con te e con i tuoi fratelli, i profeti, e con coloro che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare».
10E aggiunse: «Non mettere sotto sigillo le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino. 11Il malvagio continui pure a essere malvagio e l'impuro a essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora. 

v. 1 E mi mostrò poi un fiume d'acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello.
In questo versetto Giovanni si ispira a Ez 47,1-12 e da Gn 2,8-10. Il fiume d’acqua viva indica la vera pace paradisiaca, la grazia di Dio riversata negli uomini. Dio torna a conversare con l’uomo in stretta familiarità. Secondo il giudaismo apocalittico Israele alla fine dei tempi ritornerà nella condizione paradisiaca in cui era stato collocato il primo uomo. Le origini della storia e la conclusione si ricongiungono. Questo fiume simbolo dello Spirito Santo rappresenta la pienezza dei beni messianici di cui godono i beati. L’acqua viva limpida come vetro simboleggia la purezza e lo splendore luminoso dello Spirito.Dio e l’Agnello hanno la stessa regalità e signoria. In questa immagine è simboleggiata la Trinità: il fiume (lo Spirito) fuoriesce dal trono di Dio e dell’Agnello.

v.2  In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall'altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all'anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni.
Giovanni si riferisce a quell'albero della vita di Genesi, egli vuole concentrare la sua attenzione sul nuovo Eden, così come la nuova Gerusalemme. Qui l’uomo può cibarsi dell’albero della vita, così come può dissetarsi dell’acqua della vita in ogni tempo. Le foglie dell’albero servono per la guarigione delle genti, espressione che indica che nel paradiso non ci sono più malattie e sofferenze. Tutto sarà dono di Dio.

vv. 3-4-5 E non vi sarà più maledizione.
Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello:
i suoi servi lo adoreranno;
vedranno il suo volto
e porteranno il suo nome sulla fronte.
Non vi sarà più notte,
e non avranno più bisogno
di luce di lampada né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà.
E regneranno nei secoli dei secoli.
Nel nuovo Paradiso non ci sarà nessuna tentazione, peccato e morte. Gli eletti portano sulla fronte il segno della definitiva appartenenza a Dio poiché contemplano il volto di Dio come Luce che risplende per sempre. Non ci sarà più bisogno della luce materiale del sole, della luna e delle lampade poiché Dio stesso  è il sole che non tramonta e i santi regneranno per l’eternità con  Lui.

v. 6-7 E mi disse: «Queste parole sono certe e vere. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve.Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro».L’inizio e l’epilogo coincidono. Qui si annuncia nuovamente la venuta di Gesù, si ripete come lo scopo di questo libro è mostrare ciò che deve accadere e quindi è necessario custodire queste parole profetiche per essere beati.

v. 8-9-10-11 Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. E quando le ebbi udite e viste, mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo che me le mostrava. Ma egli mi disse: «Guàrdati bene dal farlo! Io sono servo, con te e con i tuoi fratelli, i profeti, e con coloro che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare». E aggiunse: «Non mettere sotto sigillo le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino. Il malvagio continui pure a essere malvagio e l'impuro a essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora.
La stessa scena di Ap. 19,10, il fatto che si ripete sta a significare che la cosa è importante poiché può essere facile scambiare un angelo con il Cristo stesso. Gli angeli sono servi di Dio e i cristiani fedeli che servono veramente Dio sono equiparati agli angeli. Qui si aggiunge che i profeti sono i fratelli di Giovanni perché custodiscono la testimonianza di Gesù. Le profezie di questo libro non tarderanno a compiersi quindi occorre che Giovanni non nasconda queste rivelazioni. Al versetto 11 si vuol dire che nonostante tante promesse e minacce c’è chi continua a non ascoltare e a insistere nel peccato. Mentre i santi continuino a perseverare nella giustizia, nella verità per crescere sempre più nell’unione con Gesù. Tra bene e male ci sarà uno scontro sempre più accentuato. Qui Giovanni non invita a opporsi al malvagio poiché tutto sarà opera di Dio e dei suoi angeli.


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