lunedì 24 giugno 2013

Ap. 19,17-21

17Vidi poi un angelo, in piedi di fronte al sole, nell'alto del cielo, e gridava a gran voce a tutti gli uccelli che volano: 18«Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei comandanti, le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi». 19Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti, radunati per muovere guerra contro colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito. 20Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta, che alla sua presenza aveva operato i prodigi con i quali aveva sedotto quanti avevano ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo.21Gli altri furono uccisi dalla spada che usciva dalla bocca del cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.

v. 17-18 Vidi poi un angelo, in piedi di fronte al sole, nell'alto del cielo, e gridava a gran voce a tutti gli uccelli che volano: 18«Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei comandanti, le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi».  
Viene annunciato dall’angelo che partecipa dello splendore solare del Cristo risorto il combattimento finale ispirata alla profezia della disfatta di Gog in Ez 38-39. Questo convito in contrasto con il banchetto di nozze dell’Agnello, sottolinea il duplice intervento divino.

v. 19-20 Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti, radunati per muovere guerra contro colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito. 20Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta, che alla sua presenza aveva operato i prodigi con i quali aveva sedotto quanti avevano ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo
Di questa guerra di Armaghedon si conosce solo l’esito: la vittoria di Cristo e la sconfitta dell’Anticristo e del falso profeta che vengono gettati nello stagno di fuoco e di zolfo (l’inferno). L’essere gettati vivi rivela quanto sia terribile la punizione.

v. 21 Gli altri furono uccisi dalla spada che usciva dalla bocca del cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.
Tutti gli alleati dell’Anticristo vengono direttamente distrutti senza intervento umano, ma da un intervento diretta di Gesù dal cielo così come è descritto in 2 Tess 2,8. Come al diluvio Dio stermino gli empi così alla fine dei tempi saranno eliminati gli empi seguaci della bestia e si darà inizio ad un’epoca nuova con una terra nuova.
tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni: è un rimando a Mt 24,28 per indicare la venuta del Figlio dell’Uomo.


mercoledì 19 giugno 2013

Apocalisse 19,1-16

Canti trionfali in cielo
1 Dopo questo, udii come una voce potente di folla immensa nel cielo che diceva:
«Alleluia!
Salvezza, gloria e potenza
sono del nostro Dio,
2perché veri e giusti sono i suoi giudizi.
Egli ha condannato la grande prostituta
che corrompeva la terra con la sua prostituzione,
vendicando su di lei
il sangue dei suoi servi!».
3E per la seconda volta dissero:
«Alleluia!
Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!».
4Allora i ventiquattro anziani e i quattro esseri viventi si prostrarono e adorarono Dio, seduto sul trono, dicendo:
«Amen, alleluia».
5Dal trono venne una voce che diceva:
«Lodate il nostro Dio,
voi tutti, suoi servi,
voi che lo temete,
piccoli e grandi!».
6Udii poi come una voce di una folla immensa, simile a fragore di grandi acque e a rombo di tuoni possenti, che gridavano:
«Alleluia!
Ha preso possesso del suo regno il Signore,
il nostro Dio, l'Onnipotente.
7Rallegriamoci ed esultiamo,
rendiamo a lui gloria,
perché sono giunte le nozze dell'Agnello;
la sua sposa è pronta:
8le fu data una veste
di lino puro e splendente».
La veste di lino sono le opere giuste dei santi.
Beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello!
9Allora l'angelo mi disse: «Scrivi: Beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello!». Poi aggiunse: «Queste parole di Dio sono vere». 10Allora mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo, ma egli mi disse: «Guàrdati bene dal farlo! Io sono servo con te e i tuoi fratelli, che custodiscono la testimonianza di Gesù. È Dio che devi adorare. Infatti la testimonianza di Gesù è lo Spirito di profezia».

La vittoria del Verbo di Dio
11Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e Veritiero: egli giudica e combatte con giustizia.
12I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di lui. 13È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è: il Verbo di Dio. 14Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. 15Dalla bocca gli esce una spada affilata, per colpire con essa le nazioni. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa di Dio, l'Onnipotente. 16Sul mantello e sul femore porta scritto un nome: Re dei re e Signore dei signori.

v. 1-2 Dopo questo, udii come una voce potente di folla immensa nel cielo che diceva:«Alleluia!Salvezza, gloria e potenza
sono del nostro Dio,2perché veri e giusti sono i suoi giudizi.
Egli ha condannato la grande prostituta
che corrompeva la terra con la sua prostituzione,
vendicando su di lei il sangue dei suoi servi!».
Dopo la distruzione di Babilonia la folla dei salvati, i santi entrati in possesso dell’eredità celeste cantano inni di gioia per lo sterminio degli empi. La prima voce è quella di una "folla immensa nel cielo"; la seconda è quella dei ventiquattro vegliardi e dei quattro esseri viventi i quali semplicemente pongono un sigillo ("Amen, Alleluia"); infine la terza è la voce che esce dal trono. Quindi, abbiamo tre momenti e tre protagonisti diversi della nostre lode. Potremmo affermare che qui appare un insieme di celeste e di terreno: è presente in questo brano la "comunione dei Santi", ossia sono presenti la Chiesa militante e la Chiesta trionfante.
Il primo motivo della gioia è la fedeltà alle sue promesse e la giustizia di Dio sulla grande meretrice.  

v. 3 E per la seconda volta dissero:«Alleluia!
Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!».
Le macerie fumanti ribadiscono che l’intervento divino è definitivo. Il fumo sale da Babilonia distrutta come un tempo salì da Sodoma e Gomorra.

v. 4-5-6 Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!».
4Allora i ventiquattro anziani e i quattro esseri viventi si prostrarono e adorarono Dio, seduto sul trono, dicendo:«Amen, alleluia».5Dal trono venne una voce che diceva:
«Lodate il nostro Dio,
voi tutti, suoi servi,
voi che lo temete,
piccoli e grandi!».
6Udii poi come una voce di una folla immensa, simile a fragore di grandi acque e a rombo di tuoni possenti, che gridavano:
«Alleluia! Ha preso possesso del suo regno il Signore,
il nostro Dio, l'Onnipotente.
L’adorazione  degli anziani e i quattro esseri viventi proclama l’Amen che è l’accettazione del piano di Dio in Gesù e della sua Signoria, l’Alleluya esprime la gioia e la felicità piena. Questa lode viene proclamata dai servi fedeli sulla terra: apostoli e profeti che si unisce a quella degli angeli. La lode annuncia la vittoria di Cristo che ha preso possesso del suo regno sulla terra dopo la sconfitta dell’Anticristo e l’inizio dei mille anni. Il regno, secondo i Padri antichi, è il ripristino del mondo paradisiaco. Il Paradiso terrestre non riguarda solo il passato, ma anche il futuro e quindi aprirebbe e chiuderebbe la storia umana.
Prendere possesso significa che viene strappato al demonio è trasferito nelle sue mani.

v. 7 Rallegriamoci ed esultiamo,
rendiamo a lui gloria,
perché sono giunte le nozze dell'Agnello;
la sua sposa è pronta:
8le fu data una veste
di lino puro e splendente».
La veste di lino sono le opere giuste dei santi.
Beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello!
 Rallegriamoci ed esultiamo richiama il giorno del Signore in cui si riconosce l’evento decisivo della Pasqua in cui Gesù si è rivelato come Signore del mondo e sposo della sua comunità. L’Agnello distrugge il mondo corrotto e fa passare l’umanità (la donna) dalla condizione di prostituta a quella di sposa. L’abito di lino puro è l’effetto della redenzione operata da Cristo che ha messo l’umanità nella giusta relazione con Dio. Il lino puro è segno dell’innocenza dei santi, la veste sporca è stata purificata e solo chi indossa questa veste (le opere giuste) entra nel banchetto. Sono beati (quarta beatitudine) coloro che attraverso una vita di santità partecipano alle nozze con Dio.

9Allora l'angelo mi disse: «Scrivi: Beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello!». Poi aggiunse: «Queste parole di Dio sono vere». 10Allora mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo, ma egli mi disse: «Guàrdati bene dal farlo! Io sono servo con te e i tuoi fratelli, che custodiscono la testimonianza di Gesù. È Dio che devi adorare. Infatti la testimonianza di Gesù è lo Spirito di profezia».
 Le parole di Dio sono veraci perché si compiranno infallibilmente. Giovanni si prostra davanti all’angelo poiché è un mediatore della legge divina, ma l’angelo gli dice che è un servo di Dio come lui. Lo spirito di profezia testimonia che Gesù è vivo e che vive nei suoi servi.

v. 11 Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e Veritiero: egli giudica e combatte con giustizia.
vidi il cielo aperto: Prima avevano incontrato "una porta del cielo"; adesso il cielo è "aperto" perché siamo nell'imminenza della manifestazione gloriosa di Cristo.
ed ecco un cavallo bianco: simboleggia la condizione originaria a cui Cristo ora, viene a riportare la natura umana. Il cavallo bianco era usata dai vincitori.
Si chiamava Fedele e Veritiero: i titoli fedele e verace sono in stretta relazione, li abbiamo già ritrovati in Ap. 1,5 “il testimone fedele” e Ap. 3,14 “testimone fedele e verace.
egli giudica e combatte con giustizia: Egli viene per condannare il male, per combattere i nemici peggiori di tutta la storia della Chiesa: la triade satanica.

v. 12-13-14 I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di lui. 13È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è: il Verbo di Dio. 14Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro.
I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco: indica lo sguardo del cavaliere che dimostra la forza dell’amore e del giudizio.
un nome che nessuno conosce all'infuori di lui: questo nome inconoscibile allude ad una relazione con Dio decisamente nuova.
È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è: il Verbo di Dio: questo mantello fa riferimento alla passione di Gesù e al sangue degli empi sconfitti. Il nome Verbo di Dio come il rivelatore di Dio al mondo.
Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro: questi eserciti seguono Gesù e con Lui sono anch’essi vincitori, infatti hanno le stesse vesti della sposa dell’Agnello.

v. 15-16 Dalla bocca gli esce una spada affilata, per colpire con essa le nazioni. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa di Dio, l'Onnipotente. 16Sul mantello e sul femore porta scritto un nome: Re dei re e Signore dei signori.
L’intervento di Gesù mira a purificare la terra dal male e dall’iniquità legata all’Anticristo. Questa spada che esce dalla sua bocca esprime il giudizio che uccide gli empi. Qui il Messia si presenta come un guerriero terribile portando il decreto irrevocabile di Dio. Le opere cattive degli empi sono pigiate e spremute perché venga espulso tutto il male.
Sul mantello e sul femore porta scritto un nome: Re dei re e Signore dei signori.
Questo nome è scritto sul mantello e sulla parte dell’abbigliamento che ricopre il femore, da dove pende la spada. Il nome indica l’assoluta Signoria di Cristo e il suo primato su tutti e ciascuno. Ora Gesù appare come Re con tutto lo splendore che gli compete.




martedì 11 giugno 2013

Apocalisse 17-18

IL GIUDIZIO
La grande prostituta
1 E uno dei sette angeli, che hanno le sette coppe, venne e parlò con me: «Vieni, ti mostrerò la condanna della grande prostituta, che siede presso le grandi acque. 2Con lei si sono prostituiti i re della terra, e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione». 3L'angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, che era coperta di nomi blasfemi, aveva sette teste e dieci corna. 4La donna era vestita di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle; teneva in mano una coppa d'oro, colma degli orrori e delle immondezze della sua prostituzione. 5Sulla sua fronte stava scritto un nome misterioso: «Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli orrori della terra».
6E vidi quella donna, ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, fui preso da grande stupore. 7Ma l'angelo mi disse: «Perché ti meravigli? Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia che la porta, quella che ha sette teste e dieci corna. 8La bestia che hai visto era, ma non è più; salirà dall'abisso, ma per andare verso la rovina. E gli abitanti della terra il cui nome non è scritto nel libro della vita fino dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era, e non è più; ma riapparirà. 9Qui è necessaria una mente saggia. Le sette teste sono i sette monti sui quali è seduta la donna. E i re sono sette: 10i primi cinque sono caduti; uno è ancora in vita, l'altro non è ancora venuto e, quando sarà venuto, dovrà rimanere per poco. 11La bestia, che era e non è più, è l'ottavo re e anche uno dei sette, ma va verso la rovina. 12Le dieci corna che hai visto sono dieci re, i quali non hanno ancora ricevuto un regno, ma riceveranno potere regale per un'ora soltanto, insieme con la bestia. 13Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia. 14Essi combatteranno contro l'Agnello, ma l'Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re; quelli che stanno con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli».
15E l'angelo mi disse: «Le acque che hai visto, presso le quali siede la prostituta, simboleggiano popoli, moltitudini, nazioni e lingue. 16Le dieci corna che hai visto e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco. 17Dio infatti ha messo loro in cuore di realizzare il suo disegno e di accordarsi per affidare il loro regno alla bestia, finché si compiano le parole di Dio. 18La donna che hai visto simboleggia la città grande, che regna sui re della terra».

v.1  E uno dei sette angeli, che hanno le sette coppe, venne e parlò con me: Vieni, ti mostrerò la condanna della grande prostituta, che siede presso le grandi acque
Uno degli angeli mostra a Giovanni il giudizio su Babilonia, madre di tutte le prostituzioni, cioè dell’idolatria,  la superpotenza del male: roccaforte del politeismo moderno. Grande perché si riferisce a una realtà sovranazionale. Alla distruzione di Babilonia farà riscontro il trionfo della città-sposa, la Gerusalemme celeste.
Siede presso grandi acque: Babilonia sorgeva fisicamente sul fiume Eufrate, ma le acque simboleggiano i popoli adoratrici della Bestia.

v. 2 Con lei si sono prostituiti i re della terra, e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione: i seguaci della Bestia si sono fatti drogare dalla dottrina e dall’agire dell’Anticristo.

v. 3 L'angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, che era coperta di nomi blasfemi, aveva sette teste e dieci corna: Il deserto per indicare il grado di desolazione della città empia che muove guerra contro Dio. La città ha come fondamento l’Anticristo, scarlatta indica il carattere sanguinario e crudele della bestia, coperta di nomi blasfemi degli idoli che esprimeranno la sua volontà di disprezzare e uccidere il vero Dio. Le sette teste e le dieci corna sonni proprie della bestia che sale dal mare.

v. 4-5 La donna era vestita di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle; teneva in mano una coppa d'oro, colma degli orrori e delle immondezze della sua prostituzione. Sulla sua fronte stava scritto un nome misterioso: Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli orrori della terra
La donna-prostituta si presenta come una regina adorna di ribellione e lusso sfrenato. Il suo vestito fa riferimento al Tempio e ai paramenti del Sommo Sacerdote come figura di quella parte di Israele che  segue l’Anticristo, che si è venduto al potere politico corrotto. Il nome misterioso sulla fronte fa riferimento al fatto che le prostitute per farsi riconoscere portavano il loro nome su di una fascia colorata che mettevano legavano sulla fronte. Madre significa l’origine di tutte le prostituzioni.

v. 6-7 E vidi quella donna, ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, fui preso da grande stupore. 7Ma l'angelo mi disse: «Perché ti meravigli? Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia che la porta, quella che ha sette teste e dieci corna. 
Qui si riferisce a quei martiri del regno dell’Anticristo che suscita stupore in Giovanni perché pensa ai tremendi tormenti inflitti a quei cristiani. Poi si meraviglia della donna-prostituta imparentata con la Bestia perché potrebbe far riferimento ad una realtà religiosa corrotta.

v. 8 La bestia che hai visto era, ma non è più; salirà dall'abisso, ma per andare verso la rovina. E gli abitanti della terra il cui nome non è scritto nel libro della vita fino dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era, e non è più; ma riapparirà.
visto era, ma non è più… riapparirà: l’espressione richiama la ferita e la guarigione della Bestia in Ap.13 che determina un contrasto con la presentazione di Dio che è e che era. Qui si enuncia la fine della Bestia che sarà la perdizione. Il riapparire della Bestia è la sua falsa risurrezione, la parusia dell’empio per ingannare circa la sua identità, scimmiottatura della parusia di Cristo.

v. 9-10-11 Qui è necessaria una mente saggia. Le sette teste sono i sette monti sui quali è seduta la donna. E i re sono sette: 10i primi cinque sono caduti; uno è ancora in vita, l'altro non è ancora venuto e, quando sarà venuto, dovrà rimanere per poco. 11La bestia, che era e non è più, è l'ottavo re e anche uno dei sette, ma va verso la rovina.
Qui la Roma imperiale e idolatrica  è presa come simbolo per indicare la capitale del regno dell’Anticristo. Si tratta di una serie di re da cui uscirà l’Anticristo (es.sette presidenti) che si susseguono uno dopo l’altro, l’ottavo appunto è l’Anticristo uno dei stette re di questa alleanza malefica, ma poi si proclamerà unico imperatore dominando tutti gli altri, ecco perché ottavo diverso dagli altri sette.

v. 12-13 Le dieci corna che hai visto sono dieci re, i quali non hanno ancora ricevuto un regno, ma riceveranno potere regale per un'ora soltanto, insieme con la bestia. 13Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia. 
Con l’ottavo re si coalizzeranno 10 re che avranno potere su 10 regni esterni al suo regno. Il loro regno avrà potere solo per il tempo (un'ora soltanto) di vita dell’Anticristo. Questi re saranno alleati per la grande battaglia di Armaghedon, al completo servizio dell’Anticristo per detronizzare l’Agnello.

v. 14 Essi combatteranno contro l'Agnello, ma l'Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re; quelli che stanno con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli: Qui è enunciata la vittoria dell’Agnello e con lui tutti coloro che durante il regno dell’Anticristo sono stati martirizzati.

v. 15-16-17-18  E l'angelo mi disse: Le acque che hai visto, presso le quali siede la prostituta, simboleggiano popoli, moltitudini, nazioni e lingue. 16Le dieci corna che hai visto e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco. 17Dio infatti ha messo loro in cuore di realizzare il suo disegno e di accordarsi per affidare il loro regno alla bestia, finché si compiano le parole di Dio. 18La donna che hai visto simboleggia la città grande, che regna sui re della terra.

Assistiamo a un colpo di scena: gli alleati di Babilonia si rivoltano contro di lei e la distruggono. Anche i collaboratori dell’Anticristo verranno eliminati pur di realizzare il suo progetto diabolico. Babilonia sarà distrutta dallo stesso potere satanico su cui si poggia. Essa è servita come maschera in attesa della rivelazione dell’Anticristo. Questo divorzio tra la donna e la Bestia avviene proprio nel tempo dell’ottavo re. Il progetto di Dio è che tutte le forze del male si consegnino alla Bestia e, sconfiggendo la Bestia, Gesù sconfigge tutto il male.

Caduta di Babilonia
1 Dopo questo, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere, e la terra fu illuminata dal suo splendore.
2Gridò a gran voce:
«È caduta, è caduta Babilonia la grande,
ed è diventata covo di demòni,
rifugio di ogni spirito impuro,
rifugio di ogni uccello impuro
e rifugio di ogni bestia impura e orrenda.
3Perché tutte le nazioni hanno bevuto
del vino della sua sfrenata prostituzione,
i re della terra si sono prostituiti con essa
e i mercanti della terra si sono arricchiti
del suo lusso sfrenato».
4E udii un'altra voce dal cielo:
«Uscite, popolo mio, da essa,
per non associarvi ai suoi peccati
e non ricevere parte dei suoi flagelli.
5Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo
e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
6Ripagàtela con la sua stessa moneta,
retribuitela con il doppio dei suoi misfatti.
Versàtele doppia misura nella coppa in cui beveva.
7Quanto ha speso per la sua gloria e il suo lusso,
tanto restituitele in tormento e afflizione.
Poiché diceva in cuor suo:
«Seggo come regina,
vedova non sono
e lutto non vedrò».
8Per questo, in un solo giorno,
verranno i suoi flagelli:
morte, lutto e fame.
Sarà bruciata dal fuoco,
perché potente Signore è Dio
che l'ha condannata».
9I re della terra, che con essa si sono prostituiti e hanno vissuto nel lusso, piangeranno e si lamenteranno a causa sua, quando vedranno il fumo del suo incendio, 10tenendosi a distanza per paura dei suoi tormenti, e diranno:
«Guai, guai, città immensa,
Babilonia, città possente;
in un'ora sola è giunta la tua condanna!».
11Anche i mercanti della terra piangono e si lamentano su di essa, perché nessuno compera più le loro merci: 12i loro carichi d'oro, d'argento e di pietre preziose, di perle, di lino, di porpora, di seta e di scarlatto; legni profumati di ogni specie, oggetti d'avorio, di legno, di bronzo, di ferro, di marmo; 13cinnamòmo, amòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, greggi, cavalli, carri, schiavi e vite umane.
14«I frutti che ti piacevano tanto
si sono allontanati da te;
tutto quel lusso e quello splendore
per te sono perduti
e mai più potranno trovarli».
15I mercanti, divenuti ricchi grazie a essa, si terranno a distanza per timore dei suoi tormenti; piangendo e lamentandosi, diranno:
16«Guai, guai, la grande città,
tutta ammantata di lino puro,
di porpora e di scarlatto,
adorna d'oro,
di pietre preziose e di perle!
17In un'ora sola
tanta ricchezza è andata perduta!».
Tutti i comandanti di navi, tutti gli equipaggi, i naviganti e quanti commerciano per mare si tenevano a distanza 18e gridavano, guardando il fumo del suo incendio: «Quale città fu mai simile all'immensa città?». 19Si gettarono la polvere sul capo, e fra pianti e lamenti gridavano:
«Guai, guai, città immensa,
di cui si arricchirono
quanti avevano navi sul mare:
in un'ora sola fu ridotta a un deserto!
20Esulta su di essa, o cielo,
e voi, santi, apostoli, profeti,
perché, condannandola,
Dio vi ha reso giustizia!».
21Un angelo possente prese allora una pietra, grande come una màcina, e la gettò nel mare esclamando:
«Con questa violenza sarà distrutta
Babilonia, la grande città,
e nessuno più la troverà.
22Il suono dei musicisti,
dei suonatori di cetra, di flauto e di tromba,
non si udrà più in te;
ogni artigiano di qualsiasi mestiere
non si troverà più in te;
il rumore della màcina
non si udrà più in te;
23la luce della lampada
non brillerà più in te;
la voce dello sposo e della sposa
non si udrà più in te.
Perché i tuoi mercanti erano i grandi della terra
e tutte le nazioni dalle tue droghe furono sedotte.
24In essa fu trovato il sangue di profeti e di santi
e di quanti furono uccisi sulla terra».

v. 1- 2 -3 Dopo questo, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere, e la terra fu illuminata dal suo splendore.
2Gridò a gran voce:
«È caduta, è caduta Babilonia la grande,
ed è diventata covo di demòni,
rifugio di ogni spirito impuro,
rifugio di ogni uccello impuro
e rifugio di ogni bestia impura e orrenda.
Perché tutte le nazioni hanno bevuto
del vino della sua sfrenata prostituzione,
i re della terra si sono prostituiti con essa
e i mercanti della terra si sono arricchiti
del suo lusso sfrenato».
Qui abbiamo una grande epifania angelica, ciò significa che questo angelo ha una dignità elevata nella gerarchia angelica poiché irradia un grande splendore e proclama una grande verità: è caduta colei che credeva di innalzarsi al di sopra di Dio. Questo annuncio è ripreso da Is. 21,9. La città è desolata, rifugio di demòni, le bestie immonde erano agenti o ausiliari del male. Qui si danno convegno tutte le anime più maledette della terra.

v. 4 - 5- 6 - 7 E udii un'altra voce dal cielo:
«Uscite, popolo mio, da essa,
per non associarvi ai suoi peccati
e non ricevere parte dei suoi flagelli.
5Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo
e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
6Ripagàtela con la sua stessa moneta,
retribuitela con il doppio dei suoi misfatti.
Versàtele doppia misura nella coppa in cui beveva.
7Quanto ha speso per la sua gloria e il suo lusso,
tanto restituitele in tormento e afflizione.
Questa voce ordina di uscire, di separarsi dalla città perversa perché essa verrà colpita dai castighi di Dio e chi dei fedeli si troverà ancora in essa dovrà subire parte dei flagelli. Babilonia come Sodoma e Gomorra verrà distrutta perché le sue iniquità hanno colmato la misura, hanno disgustato Dio.
Retribuitela con il doppio dei suoi misfatti. Versàtele doppia misura nella coppa in cui beveva: queste espressioni indicano la durezza del castigo. Possiamo avere un riferimento in Is. 40,2 e Ger. 16,18

v. 8 Poiché diceva in cuor suo:
«Seggo come regina,
vedova non sono
e lutto non vedrò».
8Per questo, in un solo giorno,
verranno i suoi flagelli:
morte, lutto e fame.
Sarà bruciata dal fuoco,
perché potente Signore è Dio
che l'ha condannata».
Un solo giorno indica la velocità del castigo. Dio la raggiungerà con morte, lutto  e fame. Sarà bruciata col fuoco come Sodoma.

vv. 9-14 I re della terra, che con essa si sono prostituiti e hanno vissuto nel lusso, piangeranno e si lamenteranno a causa sua, quando vedranno il fumo del suo incendio, 10tenendosi a distanza per paura dei suoi tormenti, e diranno:
«Guai, guai, città immensa,
Babilonia, città possente;
in un'ora sola è giunta la tua condanna!».
11Anche i mercanti della terra piangono e si lamentano su di essa, perché nessuno compera più le loro merci: 12i loro carichi d'oro, d'argento e di pietre preziose, di perle, di lino, di porpora, di seta e di scarlatto; legni profumati di ogni specie, oggetti d'avorio, di legno, di bronzo, di ferro, di marmo; 13cinnamòmo, amòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, greggi, cavalli, carri, schiavi e vite umane.
14«I frutti che ti piacevano tanto
si sono allontanati da te;
tutto quel lusso e quello splendore
per te sono perduti
e mai più potranno trovarli
Assistiamo ad un lamento corale, ispirandosi alla caduta della città di Tiro e del suo orgoglioso re (Ez. 26-28). In un’ora sola è giunta la condanna per esprimere la rapidità dell’esecuzione. Il lucrativo commercio in un mondo corrotto è cessato di colpo con la scomparsa di Babilonia. I frutti della sapienza d’Israele invece di arricchire di senso il mondo sono serviti per l’idolatria.

v.15-20 I mercanti, divenuti ricchi grazie a essa, si terranno a distanza per timore dei suoi tormenti; piangendo e lamentandosi, diranno:
16«Guai, guai, la grande città,
tutta ammantata di lino puro,
di porpora e di scarlatto,
adorna d'oro,
di pietre preziose e di perle!
17In un'ora sola
tanta ricchezza è andata perduta!».
Tutti i comandanti di navi, tutti gli equipaggi, i naviganti e quanti commerciano per mare si tenevano a distanza 18e gridavano, guardando il fumo del suo incendio: «Quale città fu mai simile all'immensa città?». 19Si gettarono la polvere sul capo, e fra pianti e lamenti gridavano:
«Guai, guai, città immensa,
di cui si arricchirono
quanti avevano navi sul mare:
in un'ora sola fu ridotta a un deserto!
20Esulta su di essa, o cielo,
e voi, santi, apostoli, profeti,
perché, condannandola,
Dio vi ha reso giustizia
Il lamento dei mercanti riguarda la ricchezza della città e sottolinea proprio lo stupore per il fatto che tanta opulenza sia divenuta, all’improvviso, un deserto. Al v. 20 Dio con il suo giudizio ha rivendicato i diritti di coloro che hanno seguito il Cristo.

v. 21 Un angelo possente prese allora una pietra, grande come una màcina, e la gettò nel mare esclamando:
«Con questa violenza sarà distrutta
Babilonia, la grande città,
e nessuno più la troverà
Questo versetto ci ricorda Ger.51, 63-64 e l’immagine dei seminatori di scandali in Mt 18,6. Babilonia sarà distrutta per sempre e nessuno potrà più essere ingannato.

v. 22-23 Il suono dei musicisti,
dei suonatori di cetra, di flauto e di tromba,
non si udrà più in te;
ogni artigiano di qualsiasi mestiere
non si troverà più in te;
il rumore della màcina
non si udrà più in te;
23la luce della lampada
non brillerà più in te;
la voce dello sposo e della sposa
non si udrà più in te.
Perché i tuoi mercanti erano i grandi della terra
e tutte le nazioni dalle tue droghe furono sedotte.
24In essa fu trovato il sangue di profeti e di santi
e di quanti furono uccisi sulla terra
Nella città è spenta ogni vita, gli echi delle sue feste non si udranno più poiché non ha avuto il tempo di sentire i passi dell’Angelo della morte. La voce dello sposo e della sposa non si udrà più perché è stata rotta la relazione tra Dio e Israele a causa dell’idolatria. Si ribadisce il motivo della condanna di Babilonia poiché ha causato la morte dei profeti e dei santi. L’aver versato il sangue dei martiri è la causa prima della sua distruzione. Si sente l’eco del rimprovero di Gesù sulla città santa (cfr. Mt 23,35-37).