giovedì 7 febbraio 2013

Apocalisse 5,8-14


8 E quando l'ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi, 9e cantavano un canto nuovo:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
10e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
un regno e sacerdoti,
e regneranno sopra la terra».
11E vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia 12e dicevano a gran voce:
«L'Agnello, che è stato immolato,
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza,
onore, gloria e benedizione».
13Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano:
«A Colui che siede sul trono e all'Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli».
14E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione.

v. 8 E quando l'ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all'Agnello:
L’Agnello è autorizzato a prendere il libro ed aprire i sigilli, cioè a dare il via al processo finale della storia del mondo nel cui corso Dio assumerà per sé il suo dominio.
Inizia adesso una vera e propria liturgia cosmica a cui è invitata a unirsi la Chiesa con la sua liturgia terrena. Dal verbo prostrarsi si deduce che siamo di fronte ad una liturgia di adorazione. La redenzione è il vertice delpiano di Dio, perciò la natura e la storia si prostrano davanti al Cristo Risorto.
avendo ciascuno una cetra e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi: questa liturgia richiama quella del tempio di Gerusalemme. Il sacerdote offre l’incenso, i leviti cantavano accompagnati da strumenti a corda. Il profumo dell’incenso che sale è segno della preghiera dei santi, cioè di tutta la Chiesa.

v.9 cantavano un canto nuovo: nel testo greco il verbo cantare è al presente per significare un canto permanente, è nuovo perché si riferisce alla redenzione di Gesù che ci ha ottenuto una gloriosa liberazione. Ricorda il Cantico di Mosè in Es.15 dopo l’uscita dall’Egitto.

Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione

La salvezza operata da Gesù è destinata a tutta l’umanità e abbraccia tutti i tempi.

v.10 e hai fatto di loro, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti, e regneranno sopra la terra: Cristo è venuto a dare inizio al regno di Dio, che è anche un regno concreto, con una dimensione visibile, umana; regno d'amore, inteso come dominio di Dio sul cuore degli uomini e, di conseguenza, sull'umanità intera. Giovanni non si riferisce qui ai sacerdoti ministeriali, ma ai sacerdoti comuni, cioè i battezzati. Siamo tutti re e regine secondo lo stile di Cristo, che è lo stile del servizio. Siamo re e sacerdoti che si mettono al servizio di Dio servendo l'umanità. Ben a ragione possiamo affermare di essere tutti dei "pontefici",cioè delle persone che costituiscono un ponte tra Dio e l'umanità, e di avere dignità regale e sacerdotale in quanto associati alla morte e alla resurrezione di Gesù attraverso il Battesimo.

v.11 E vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia:

L’espressione miriadi di miriadi deriva da Dn. 7,10. L'adorazione, iniziata nella cerchia ristretta dei vegliardi e dei quattro esseri viventi, si estende a tutte le creature del cielo e della terra. Adesso tutto l'universo è chiamato alla venerazione. E si tratta di una bellissima lode cosmica espressa con una liturgia sia celeste che terrena.

v. 12 e dicevano a gran voce:
«L'Agnello, che è stato immolato,è degno di ricevere potenza e ricchezza,sapienza e forza,onore, gloria e benedizione».
L’ Agnello immolato è degno di ricevere:
1. la potenza: sulla mia vita, sulla chiesa, sul mondo, sull'universo;
2. le ricchezze: tutti i miei beni;
3. la sapienza: il meglio delle mie capacità intellettive;
4. la forza: la mia forza fisica per il suo servizio;
5. l'onore: un unico, puro desiderio di magnificarlo in tutte le mie vie;
6. la gloria: la mia intera vita consacrata alla sua glorificazione;
7. la lode: tutta la lode che posso rivolgergli.

v. 13 «A Colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli».
Il trono di Dio è anche il trono dell’Agnello, unica è l’adorazione rivolta ad entrambi. Lode, onore, gloria e potenza è una dossologia che troviamo nelle nostro liturgie.

v. 14 E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione: Il canto si conclude con il solenne “Amen” degli esseri viventi e con l’adorazione degli anziani. La lode sfocia nella contemplazione.


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