giovedì 14 febbraio 2013

Apocalisse 6,1-11


Apertura dei primi quattro sigilli
1 E vidi, quando l'Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, e udii il primo dei quattro esseri viventi che diceva come con voce di tuono: «Vieni». 2E vidi: ecco, un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco; gli fu data una corona ed egli uscì vittorioso per vincere ancora.
3Quando l'Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che diceva: «Vieni».4Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace dalla terra e di far sì che si sgozzassero a vicenda, e gli fu consegnata una grande spada.
5Quando l'Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente che diceva: «Vieni». E vidi: ecco, un cavallo nero. Colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. 6E udii come una voce in mezzo ai quattro esseri viventi, che diceva: «Una misura di grano per un denaro, e tre misure d'orzo per un denaro! Olio e vino non siano toccati».
7Quando l'Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: «Vieni». 8E vidi: ecco, un cavallo verde. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli inferi lo seguivano. Fu dato loro potere sopra un quarto della terra, per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra.

v. 1 E vidi, quando l'Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, e udii il primo dei quattro esseri viventi che diceva come con voce di tuono: «Vieni».
 I primi quattro sigilli propone la scena dei quattro cavalli colorati ispirati dal profeta Zaccaria (cfr. 1,8-11; 6,1-6) apportando correzioni da rendere il suo quadro diverso dalla fonte. Ogni cavaliere è chiamato da uno dei quattro esseri viventi, evidenziando così come tali forze sono sotto la giurisdizione del trono di Dio.
Il primo dei quattro esseri viventi è il Leone segno di autorità e di guida.

v. 2 E vidi: ecco, un cavallo bianco: il cavallo è simbolo di forza e mezzo di combattimento e di dominio. Il bianco è simbolo di purezza e di luce.
Il cavallo bianco potrebbe evocare l’esercito dei Parti[1] o addirittura l’Anticristo[2] poiché è colui che scimmiota Cristo, egli sarà vittorioso finchè il Signore non lo ucciderà.
Colui che lo cavalcava aveva un arco; gli fu data una corona: l’arco simbolo di guerra evoca il giudizio divino ma si potrebbe riferire anche l’arcobaleno come segno di pace. Gli fu data, questa forma verbale al passivo indica un’azione compiuta da Dio con l’intento di sottolineare che tutti gli avvenimenti restano sotto il suo controllo. La corona è riconoscimento di vittoria al presente e al futuro.

v. 3-4 Quando l'Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che diceva: «Vieni».Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco
Questa seconda apparizione simboleggia la guerra, il colore rosso, in Egitto e Babilonia, era dato all’omicidio quindi indica spargimento di sangue.
A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace dalla terra e di far sì che si sgozzassero a vicenda, e gli fu consegnata una grande spada.
La guerra e la spada sono simboli di morte. La spada grande ci dice con chiarezza che si tratta di grandi conflitti insanguinati. Lo sgozzarsi a vicenda fa pensare a guerre civili o alla loro stessa forza di  propulsione nel male.

v. 5 Quando l'Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente che diceva: «Vieni». E vidi: ecco, un cavallo nero. Colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. Il terzo cavaliere segue il primo e il secondo e simboleggia le conseguenze di una guerra: la carestia e quindi  la morte. Il cavaliere ha in mano una bilancia per indicare il razionamento del cibo.

v. 6 E udii come una voce in mezzo ai quattro esseri viventi, che diceva: «Una misura di grano per un denaro, e tre misure d'orzo per un denaro! Olio e vino non siano toccati: La carestia non è grave, ma non è totale, il vino e l’olio non scarseggiano, anche se meno necessari per l’alimentazione. La situazione di carestia sarà tale che la paga giornaliera di un operario un denaro basterà appena per procuragli il pane.

v. 7-8 Quando l'Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: «Vieni». 8E vidi: ecco, un cavallo verde. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli inferi lo seguivano.
La guerra e la fame provocano la morte. Il quarto cavaliere è verdastro o giallastro dal greco cloros verde pallido, fa pensare a un cadavere putrefatto.
Il termine greco Thanatos, morte significa anche morbo contagioso (peste). Lo seguono gli inferi o mondo dei morti, si può alludere alla seconda morte di coloro che non hanno posto fede nell’opera di Cristo.
Fu dato loro potere sopra un quarto della terra, per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra: Si ribadisce che il potere è sottomesso a Dio. La morte è limitata a un quarto dell’umanità che sarà sterminata da quattro tremendi castighi che troviamo anche in Ez. 14,21: la spada, la peste, la fame e le bestie selvatiche.

Apertura del quinto sigillo

9Quando l'Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l'altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano reso. 10E gridarono a gran voce:
«Fino a quando, Sovrano,
tu che sei santo e veritiero,
non farai giustizia
e non vendicherai il nostro sangue
contro gli abitanti della terra?».
11Allora venne data a ciascuno di loro una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.


v. 9 Quando l'Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l'altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano reso. 
Con l’apertura la sala del trono di Dio si tramuta in un tempio celeste, in mezzo al quale si erge un altare[3] a cui piedi viene sparso il sangue dei sacrifici cruenti. Per questo Giovanni vede i martiri sgozzati come l’Agnello. Questi martiri sono quelli  passati attraverso la grande tribolazione (Ap. 7) e che non hanno accettato il marchio della Bestia (Ap. 20). Il motivo del martirio è la loro fedeltà alla Parola di Dio vissuta.

v.10 E gridarono a gran voce: Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue contro gli abitanti della terra?

Fino a quando: questa espressione tipica di molte lamentazioni dell’A.T., supplica l’intervento divino.
Non vendicherai: è preferibile il linguaggio di rivendicazione dei diritti lesi.
La richiesta dei martiri non è ispirata da sentimenti di vendetta ma dallo zelo della giustizia. Dio ristabilirà la giustizia calpestata dai persecutori. Questo grido di preghiera è un grido di speranza perché vinca la verità nel compimento del dominio di Dio. Il martirio dei fedeli è un aiuto al compimento della Chiesa, e accelera perciò l’ora della fine dei tempi.

v. 11 Allora venne data a ciascuno di loro una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.
 La gioia dei martiri è simboleggiata dalla veste candida. E' la gioia del trionfo. Cristo è candido come la veste dei martiri che partecipano alla sua vittoria e che sono quindi protagonisti nella storia della salvezza.
il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli…: indica il numero degli eletti che moriranno martiri e che con i loro patimenti devono compiere “ciò che manca alle sofferenze di Cristo per la glorificazione del suo Corpo” (Col 1,24).




[1] L' Impero partico (247 a.C. – 224 d.C.), era una delle maggiori potenze politiche e culturali iraniche nell'antica Persia. L'impero partico, così chiamato dalla regione originaria della dinastia, la Partia, si estendeva su tutto l'Iran, l'Iraq, l'Armenia e su parte del Caucaso e dell'Asia Centrale. L'impero dei Parti costituì sempre una seria minaccia per l'Impero romano
[2] Egli avrà potere su tutti gli uomini che lo scambieranno per Gesù (ecco spiegata la sua somiglianza), egli si presenterà come un uomo di pace e di giustizia, farà segni e prodigi tanto grandi che neanche Gesù ha fatto quando era sulla Terra. Tutta l’umanità lo adorerà come Dio e Messia. Lui, dopo aver preso militarmente Gerusalemme, si insedierà nel Tempio di Dio e si proclamerà Dio. (2 Tessalonicesi 2). Per 42 mesi, l’anticristo vivrà a Gerusalemme nel Tempio ricostruito e da lì comanderà il mondo e si farà adorare. La Grande Tribolazione comincerà dal giorno in cui profanerà il Tempio (Zaccaria 14,1-2; Luca 21,20-24) e terminerà quando sarà costretto alla fuga, circa quarantacinque giorni prima il Ritorno di Gesù. (Daniele 9,27; Daniele 11,44;Daniele 12,12-13)
[3] Le grandi basiliche antiche sono state costruite sulle tombe dei martiri. Ed è per questo motivo che la liturgia prevede ancora oggi che all'interno dell'altare siano conservata le reliquie dei santi protettori della Chiesa. Qui i martiri si fanno portavoce di tutti i cristiani perseguitati

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