giovedì 28 febbraio 2013

Apocalisse 6,12-17


Il sesto sigillo
12E vidi, quando l'Agnello aprì il sesto sigillo, e vi fu un violento terremoto. Il sole divenne nero come un sacco di crine, la luna diventò tutta simile a sangue, 13le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, come un albero di fichi, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i frutti non ancora maturi. 14Il cielo si ritirò come un rotolo che si avvolge, e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto. 15Allora i re della terra e i grandi, i comandanti, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti; 16e dicevano ai monti e alle rupi:»Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello, 17perché è venuto il grande giorno della loro ira, e chi può resistervi?».

 v. 12 E vidi, quando l'Agnello aprì il sesto sigillo,
L’apertura del sesto sigillo dà luogo alla visione del gran giorno dell’ira, del v. 17, che si svilupperà anche nel capitolo seguente. Qui si apre con la prima delle sette immagini di sconvolgimenti cosmici di genere apocalittico che troviamo sia nell’A.T. sia nei Vangeli nei discorsi escatologici di Gesù. La catastrofe che si delinea in questi versetti annuncia l’intervento salvifico e risolutivo di Dio. Il suo intervento fa crollare il sistema terrestre mettendo l’uomo allo scoperto, davanti al suo peccato.
e vi fu un violento terremoto: Il violento terremoto è segno dello scuotimento di tutta la realtà materiale e quindi annuncia un forte ravvedimento per ogni uomo attaccato ai beni della terra. Con questo terremoto, nemmeno il cielo, il firmamento potrà servire all’uomo per orientarsi perché si arrotolerà come una pergamena.
Il sole divenne nero come un sacco di crine, la luna diventò tutta simile a sangue: Questo passo ricalca altri passi dell’A.T.  Is. 13,10 e  Gioele 3,4 poi ripresi da Gesù e nel discorso di Pietro sull’effusione dello Spirito. Di questo evento astronomico non vengono specificate le cause, si descrive soltanto l’impressione che ne avranno gli abitanti della terra.

v. 13 le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, come un albero di fichi, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i frutti non ancora maturi: la caduta delle stelle in riferimento agli altri passi biblici simboleggia la caduta degli angeli ribelli che decadono dal loro stato originario poiché non hanno raggiunto quella maturità richiesta da Dio.

v. 14 Il cielo si ritirò come un rotolo che si avvolge, e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto: Questa immagine si comprende se si pensa che Dio aveva disteso la volta celeste come un rotolo. Quando Dio la lacera, i lembi di essa si riavvolgono e in quest’occasione le stelle cadono sulla terra. Il sisma dei monti e delle isole è dovuto dallo sconvolgimento cosmico, (cfr. anche 16,20).

v. 15 Allora i re della terra e i grandi, i comandanti, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti:  I nemici di Dio sono enumerati in sette categorie, di cui cinque sono potenti. Essi sono costretti a rifugiarsi in luoghi protetti a causa dello spavento universale.

v. 16 e dicevano ai monti e alle rupi: Cadete sopra di noi: Questo testo lo ritroviamo nel racconto della passione (Lc 23,30).
e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul  trono e dall'ira dell'Agnello:
L’ira dell’Agnello è la grande reazione di Cristo alle persecuzioni dei cristiani. L’ira designa la sua capacità di distruggere il male attraverso l’atteggiamento della vittima (agnello) che sulla croce annienta il peccato. Davanti alla morte redentrice di Cristo, che non elimina i peccatori ma li salva, l’uomo prepotente si vergogna e riconosce la propria impotenza.

v. 17 perché è venuto il grande giorno della loro ira: Il grande giorno della loro ira  (di Dio e dell’Agnello) che troviamo spesso anche nei profeti come giorno grande e terribile, designa l’intervento di Dio nella storia per colpire il male e gli empi; da distinguerlo dal giorno del giudizio universale che opererà il giudizio eterno per la vita nell’aldilà. Quindi il giorno dell’ira dell’Agnello è l’intervento conclusivo con cui Dio distrugge per sempre il male morale e potenzia il bene definitivamente.
e chi può resistervi? Andrebbe tradotto chi può stare in piedi? Questo stare in piedi si riferisce alla posizione attiva e vitale che caratterizza il Cristo Risorto. Mentre la struttura terrestre crolla, Egli è l’unico che può “stare”e comunicare a noi la sua condizione di Risorto. Infatti, nessuno ha la forza di conservare l’esistenza indipendentemente da Dio.





Nessun commento:

Posta un commento