venerdì 18 gennaio 2013

Apocalisse 4, 1-7


Introduzione

Giovanni, prima di iniziare il racconto di  ciò che sta per accadere, ha voluto mostrarci la visione celeste della corte di Dio. Prima di  mostrarci il tumulto e le contraddizioni della storia, ecco la visione di Dio seduto sul trono in  una calma sublime: egli regge imperturbabile i destini del mondo e della sua comunità. Gli  uomini si agitano, ma non Dio. Il racconto degli eventi tumultuosi della storia si apre (4, 1-11) e  si chiude (cfr. cap.21) con una visione di pace, simboleggiata appunto dal trono di Dio. Solo se si sa affrontare il duro crogiolo della prova, allora la  nostra fiducia nella fedeltà di Dio si irrobustisce e si purifica. Allora si scopre che, al di là di  tutto, anche la nostra vita cammina verso la pace.

Il trono di Dio
1 Poi vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo. La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: «Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito». 2Subito fui preso dallo Spirito. Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. 3Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell'aspetto a smeraldo avvolgeva il trono. 4Attorno al trono c'erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo.5Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio. 6Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d'occhi davanti e dietro. 7Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l'aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un'aquila che vola. 


v. 1 Poi vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo: Giovanni invita la comunità a condividere la sua stessa visione. Come se Giovanni dicesse: “Io ho visto e ora cerca di vedere anche tu!”. La porta, segno della comunicazione tra Dio e l’uomo, è aperta, l’accesso verso il mondo di Dio è possibile. Il termine aperta in greco anewgmenh è lo stesso di Lc 3,21 il cielo si aprì per indicare lo squarciare dei cieli, lo spalancare della porta per comunicarci qualcosa di nascosto agli occhi del mondo.

La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito: La voce del Cristo Risorto invita Giovanni a salire, a entrare in contatto personale con Dio. La tromba allude alla teofania del Sinai (Es 19,19-20). Giovanni ha la possibilità di incontrare Dio nella sua gloria e di comprendere le cose future.
v. 2 Subito fui preso dallo Spirito. Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto: La stessa espressione di 1,10 Giovanni entra in una dimensione spirituale per vedere l’immagine del trono che indica l’esercizio del governo di Dio che guida la storia. L’espressione Uno stava seduto ci assicura che c’è Qualcuno che regna. Questo trono non è solo al centro del cielo ma il centro di tutto il mondo e della sua storia. La descrizione di Dio sul trono.

v. 3 Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell'aspetto a smeraldo avvolgeva il trono: Colui che sta seduto si manifesta come Luce che irradia tutt’attorno. Qui viene descritta la gloria di Dio come lucentezza. Il diaspro è un quarzo a macchie scolpita per decorazioni, una pietra trasparente come il cristallo che aveva colori variabili,  mentre la cornalina è una pietra preziosa di colore rosso chiaro o rosso scuro che ricorda l’ardore del fuoco del giudizio. L’arcobaleno segno del patto tra Dio e l’uomo, esprime la bontà di Dio e l’armonia della creazione. Il colore smeraldo dell’arcobaleno simboleggia la pace e l’armonia tra il piano fisico e spirituale.

v. 4 Attorno al trono c'erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo:
I ventiquattro anziani è numero simbolico che fa riferimento a Davide che  istituì ventiquattro classi di sacerdoti cantori (1Cr 25) e 24 ufficiali a capo dell'esercito e dell'amministrazione del regno (1Cr 27,1-15,25-31).
I vegliardi che stanno intorno al trono  avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo hanno tre funzioni:
1) sacerdotale, cioè di adorare e, come vedremo dopo, di presentare le preghiere e le offerte dei fedeli al Signore. Notiamo che il sacerdote celebrante la Messa all'offertorio offre a Dio anche le intenzioni, le pene, le gioie dei fedeli;
2) regale, perché i vegliardi portano la corona d'oro sul capo;
3) di governo, perché anch'essi sono assisi sui troni.
Abbiamo quindi ventiquattro personaggi importanti, sacerdoti e re, che governano assieme a Dio.
Inoltre, il ventiquattro è multiplo di dodici, numero simbolico, che per l'ebraismo rappresenta le dodici tribù d'Israele e, per il cristianesimo, i dodici apostoli. Tutto fa pensare che  i ventiquattro anziani riuniti intorno al trono per cantare le lodi dell'Agnello siano rappresentativi dell'insieme dei riscattati dell'antico e del nuovo patto, che saranno ricompensati e coronati.

v. 5 Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio: Lampi, voci e tuoni sono espressioni che troviamo nella Teofania del Sinai (Es. 19). Le sette fiaccole che sono i sette spiriti di Dio fanno riferimento allo settiforme Spirito di Dio e alla sua pienezza.

v. 6 Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo: questo mare di vetro potrebbe alludere allo splendore di un oceano celeste simile alle acque che sono sotto il firmamento di Gn.1,7. Di solito nella Bibbia il mare rappresenta il male che proviene dai popoli pagani, però qui il mare è limpido come il cristallo, cosa che ci parla del giorno in cui le ondate della ribellione cesseranno di rumoreggiare quaggiù e tutta l'umanità sarà muta e attonita davanti alla divina manifestazione del Giudice.
In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d'occhi davanti e dietro: I quattro esseri viventi che circonda il trono evocano le descrizioni di Ezechiele 1 e Isaia 6 che caratterizzano il cielo di Dio. Il numero quattro è il numero cosmico (i punti cardinali), e il fatto che gli esseri viventi sono paragonati a quattro creature dall’aspetto angelico, umano e animale fa pensare alla creazione nuova in comunione con Dio. La grande quantità di occhi simboleggia il loro stupore alla contemplazione di Dio e sta ad indicare la sapienza di Dio riflessa nel creato.

v. 7 Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l'aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un'aquila che vola:
I quattro animali potrebbero indicare quattro attributi di Cristo: il leone, la regalità, il vitello l'umiltà, il terzo l'uomo, l'umanità, il quarto l'aquila la divinità. Sono, anche i tratti con cui Gesù è presentato nei 4 Vangeli. Matteo rappresenta Gesù come il leone, il re d'Israele; Marco come il vitello, il servo umile del Padre; Luca come il Dio fatto uomo, il Figlio dell'Uomo; Giovanni come l'aquila, il Figlio di Dio.  



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