Introduzione
Giovanni, prima di
iniziare il racconto di ciò che sta per
accadere, ha voluto mostrarci la visione celeste della corte di Dio. Prima di mostrarci il tumulto e le contraddizioni della
storia, ecco la visione di Dio seduto sul trono in una calma sublime: egli regge imperturbabile i
destini del mondo e della sua comunità. Gli uomini si agitano, ma non Dio. Il racconto
degli eventi tumultuosi della storia si apre (4, 1-11) e si chiude (cfr. cap.21) con una visione di
pace, simboleggiata appunto dal trono di Dio. Solo se si sa affrontare il duro
crogiolo della prova, allora la nostra
fiducia nella fedeltà di Dio si irrobustisce e si purifica. Allora si scopre
che, al di là di tutto, anche la nostra
vita cammina verso la pace.
Il trono di
Dio
1 Poi vidi: ecco, una porta era
aperta nel cielo. La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba,
diceva: «Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in
seguito». 2Subito fui preso dallo Spirito. Ed ecco, c'era un
trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. 3Colui che stava
seduto era simile nell'aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile
nell'aspetto a smeraldo avvolgeva il trono. 4Attorno al trono
c'erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani
avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo.5Dal trono
uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese,
che sono i sette spiriti di Dio. 6Davanti al trono vi era come
un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi
erano quattro esseri viventi, pieni d'occhi davanti e dietro. 7Il
primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un
vitello; il terzo vivente aveva l'aspetto come di uomo; il quarto vivente era
simile a un'aquila che vola.
v. 1 Poi
vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo: Giovanni invita la comunità a
condividere la sua stessa visione. Come se Giovanni dicesse: “Io ho visto e ora
cerca di vedere anche tu!”. La porta, segno della comunicazione tra Dio e
l’uomo, è aperta, l’accesso verso il mondo di Dio è possibile. Il termine
aperta in greco anewgmenh è lo stesso di Lc 3,21 il cielo si aprì per indicare lo
squarciare dei cieli, lo spalancare della porta per comunicarci qualcosa di
nascosto agli occhi del mondo.
La voce, che
prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito: La voce del
Cristo Risorto invita Giovanni a salire, a entrare in contatto personale con
Dio. La tromba allude alla teofania del Sinai (Es 19,19-20). Giovanni ha la
possibilità di incontrare Dio nella sua gloria e di comprendere le cose future.
v.
2 Subito fui preso dallo Spirito. Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e sul
trono Uno stava seduto: La stessa espressione di 1,10 Giovanni entra in una
dimensione spirituale per vedere l’immagine del trono che indica l’esercizio
del governo di Dio che guida la storia. L’espressione Uno stava seduto ci assicura che c’è Qualcuno che regna. Questo
trono non è solo al centro del cielo ma il centro di tutto il mondo e della sua
storia. La descrizione di Dio sul trono.
v. 3 Colui che stava seduto era simile
nell'aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell'aspetto a
smeraldo avvolgeva il trono: Colui che sta seduto si manifesta come Luce che
irradia tutt’attorno. Qui viene descritta la gloria di Dio come lucentezza. Il diaspro è un quarzo a macchie
scolpita per decorazioni, una pietra trasparente come il
cristallo che aveva colori variabili, mentre la cornalina
è una pietra preziosa di colore rosso chiaro o rosso scuro che ricorda
l’ardore del fuoco del giudizio. L’arcobaleno segno del patto tra Dio e l’uomo,
esprime la bontà di Dio e l’armonia della creazione. Il colore smeraldo
dell’arcobaleno simboleggia la pace e l’armonia tra il piano fisico e
spirituale.
v.
4 Attorno al trono c'erano
ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in
candide vesti con corone d'oro sul capo:
I ventiquattro anziani è numero
simbolico che fa riferimento a Davide che istituì ventiquattro classi di
sacerdoti cantori
(1Cr 25) e 24 ufficiali a
capo dell'esercito e dell'amministrazione del regno (1Cr 27,1-15,25-31).
I vegliardi che stanno intorno al trono avvolti
in candide vesti con corone d'oro sul capo hanno tre funzioni:
1) sacerdotale, cioè di adorare e, come vedremo dopo, di presentare le
preghiere e le offerte dei fedeli al Signore. Notiamo che il sacerdote celebrante
la Messa all'offertorio offre a Dio anche le intenzioni, le pene, le gioie dei
fedeli;
2) regale, perché i vegliardi portano la corona d'oro sul capo;
3) di governo, perché anch'essi sono assisi sui troni.
Abbiamo quindi ventiquattro personaggi importanti, sacerdoti e re, che
governano assieme a Dio.
Inoltre, il
ventiquattro è multiplo di dodici, numero simbolico, che per l'ebraismo
rappresenta le dodici tribù d'Israele e, per il cristianesimo, i dodici
apostoli. Tutto fa pensare che i ventiquattro anziani riuniti intorno al trono
per cantare le lodi dell'Agnello siano rappresentativi dell'insieme dei
riscattati dell'antico e del nuovo patto, che saranno ricompensati e coronati.
v.
5 Dal trono uscivano lampi, voci e
tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette
spiriti di Dio: Lampi, voci e tuoni sono espressioni che troviamo
nella Teofania del Sinai (Es. 19). Le sette fiaccole che sono i sette spiriti
di Dio fanno riferimento allo settiforme Spirito di Dio e alla sua pienezza.
v.
6 Davanti al trono vi era come un mare
trasparente simile a cristallo: questo mare di vetro potrebbe
alludere allo splendore di un oceano celeste simile alle acque che sono sotto il firmamento di Gn.1,7. Di solito nella
Bibbia il mare rappresenta il male che proviene dai popoli pagani, però qui il
mare è limpido come il cristallo, cosa che ci parla del giorno in cui le ondate della
ribellione cesseranno di rumoreggiare quaggiù e tutta l'umanità sarà muta e
attonita davanti alla divina manifestazione del Giudice.
In mezzo al
trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d'occhi davanti
e dietro: I quattro esseri viventi che circonda il trono evocano le descrizioni di
Ezechiele 1 e Isaia 6 che caratterizzano il cielo di Dio. Il numero quattro è
il numero cosmico (i punti cardinali), e il fatto che gli esseri viventi sono
paragonati a quattro creature dall’aspetto angelico, umano e animale fa pensare
alla creazione nuova in comunione con Dio. La grande quantità di occhi
simboleggia il loro stupore alla contemplazione di Dio e sta ad indicare la
sapienza di Dio riflessa nel creato.
v. 7 Il
primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un
vitello; il terzo vivente aveva l'aspetto come di uomo; il quarto vivente era
simile a un'aquila che vola:
I
quattro animali potrebbero indicare
quattro attributi di Cristo: il leone, la regalità, il vitello l'umiltà, il
terzo l'uomo, l'umanità, il quarto l'aquila la divinità. Sono, anche i tratti
con cui Gesù è presentato nei 4 Vangeli. Matteo rappresenta Gesù come il leone, il re d'Israele;
Marco come il vitello, il servo umile del Padre; Luca come il Dio fatto uomo, il Figlio
dell'Uomo; Giovanni come l'aquila, il Figlio di Dio.
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