venerdì 7 dicembre 2012

Apocalisse 2,12-17


Alla Chiesa di Pèrgamo

All'angelo della Chiesa che è a Pèrgamo scrivi: “Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli. 13So che abiti dove Satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di Satana. 14Ma ho da rimproverarti alcune cose: presso di te hai seguaci della dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d'Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla prostituzione. 15Così pure, tu hai di quelli che seguono la dottrina dei nicolaìti. 16Convèrtiti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca. 17Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi lo riceve”.

v. 12 Pèrgamo: capitale ufficiale della provincia d’Asia, era famosa per il suo altare dedicato a Zeus, ma soprattutto per il tempio dedicato ad Augusto e Roma. In questa città c’era una biblioteca statale di duecentomila rotoli  (da cui il termine pergamena), l’atmosfera era tutta penetrata di religiosità pagana.
Colui che ha la spada affilata a due tagli: Cristo si presenta riprendendo il simbolo della spada per evocare un’immagine di forza e combattimento. Il giudizio su questa chiesa riguarda proprio il rapporto con la città, sede di un potere ritenuto satanico.

v. 13 So che abiti dove Satana ha il suo trono: ecco l’affermazione che esplicita che la città era particolarmente pagana con le sue manifestazioni idolatriche.
tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di Satana: Antìpa probabilmente vescovo di Pergamo che fu martirizzato durante il regno di Domiziano, mantiene salda la fede e la costanza di questa comunità nonostante il contesto culturale ostile ai cristiani.

v. 14…ho da rimproverarti alcune cose: presso di te hai seguaci della dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d'Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla prostituzione.
Da questo versetto si evince che non tutti hanno saputo custodirsi dalla seduzione pratica; una minoranza si è lasciata contagiare dalla prassi dei pagani. Secondo la dottrina di Balaam (cfr Nm 22) gli ebrei furono attirati all’idolatria in alcune feste impure in onore di Beelfegor,dio del sole (cfr. Nm 25,1-2) con l’aiuto delle figlie di Moab che avevano il compito di farli allontanare dalla vera fede, facendo mangiare loro carni di animali immolati. Anche S. Paolo affronta un’analoga questione (cfr 1Co 8). La prostituzione dal greco porneia era il comportamento di alcune donne che si concedevano agli altri gratuitamente.

v. 15 tu hai di quelli che seguono la dottrina dei nicolaìti: e poi ci sono quelli che seguono i comportamenti licenziosi dei nicolaiti.

v.16 Convèrtiti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca
Il vescovo e la sua comunità sono invitati a convertirsi e la Parola di Dio, simile ad una spada affilata, è lo strumento decisivo per il discernimento morale e spirituale.

v. 17 Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi lo riceve
 Il premio al vincitore di questa battaglia viene promesso con una doppia metafora:
la manna nascosta: secondo la tradizione rabbinica su 2 Maccabei 2,4ss. Geremia prima della distruzione del Tempio, nascose l’arca dell’alleanza conservandovi in essa la manna. Il cibo del cielo resterebbe nascosto fino al tempo finale, messa in serbo per l’eterno banchetto. Questa manna nascosta allude anche all’Eucarestia che resta nascosta nei nostri tabernacoli e che viene consumata già adesso in  contrapposizione ai banchetti idolatrici e come prefigurazione del banchetto celeste.
la pietruzza bianca: Gli antichi greci solevano scrivere su piccole pietre bianche per tre motivi:
1.     I nomi dei candidati alle elezioni.
2.     I nomi dei vincitori dei giochi olimpici o i nomi degli invitati alle cerimonie.
3.  Nei processi giudiziari, i giudici con una pietra bianca esprimevano la sentenza di assoluzione. Con questa metafora si annuncerebbe l’innocenza nel giudizio di Dio, e quindi i vincitori verranno dichiarati eletti cittadini del cielo.
Il nome nuovo esprime la creatura nuova e quindi richiama una relazione personale e amorosa con il Cristo Risorto, possibile solo per chi lo accoglie. Gesù da un nome nuovo a chi è chiamato a seguirlo adesso e nella vita eterna (vedi la vocazione di Pietro cfr. Mt 16,18).

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