Alla Chiesa
di Pèrgamo
All'angelo della Chiesa che è a Pèrgamo scrivi: “Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli. 13So
che abiti dove Satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e
non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele
testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di Satana. 14Ma
ho da rimproverarti alcune cose: presso di te hai seguaci della dottrina di
Balaam, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d'Israele,
spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla
prostituzione. 15Così pure, tu hai di quelli che seguono la
dottrina dei nicolaìti. 16Convèrtiti dunque; altrimenti verrò
presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca. 17Chi
ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Al vincitore darò la
manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale sta scritto un nome nuovo,
che nessuno conosce all'infuori di chi lo riceve”.
v. 12 Pèrgamo:
capitale
ufficiale della provincia d’Asia, era famosa per il suo altare dedicato a Zeus,
ma soprattutto per il tempio dedicato ad Augusto e Roma. In questa città c’era
una biblioteca statale di duecentomila rotoli (da cui il termine pergamena), l’atmosfera era
tutta penetrata di religiosità pagana.
Colui che ha
la spada affilata a due tagli: Cristo si presenta riprendendo il
simbolo della spada per evocare un’immagine di forza e combattimento. Il
giudizio su questa chiesa riguarda proprio il rapporto con la città, sede di un
potere ritenuto satanico.
v. 13 So che
abiti dove Satana ha il suo trono: ecco l’affermazione che esplicita
che la città era particolarmente pagana con le sue manifestazioni idolatriche.
tuttavia tu
tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui
Antìpa, il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di
Satana: Antìpa probabilmente vescovo di Pergamo che fu martirizzato durante il
regno di Domiziano, mantiene salda la fede e la costanza di questa comunità
nonostante il contesto culturale ostile ai cristiani.
v. 14…ho da
rimproverarti alcune cose: presso di te hai seguaci della dottrina di Balaam,
il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d'Israele,
spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla
prostituzione.
Da questo versetto si evince che non
tutti hanno saputo custodirsi dalla seduzione pratica; una minoranza si è
lasciata contagiare dalla prassi dei pagani. Secondo la dottrina di Balaam (cfr
Nm 22) gli ebrei furono attirati all’idolatria in alcune feste impure in onore
di Beelfegor,dio del sole (cfr. Nm 25,1-2) con l’aiuto delle figlie di Moab che
avevano il compito di farli allontanare dalla vera fede, facendo mangiare loro
carni di animali immolati. Anche S. Paolo affronta un’analoga questione (cfr
1Co 8). La prostituzione dal greco porneia
era il comportamento di alcune donne che si concedevano agli altri
gratuitamente.
v. 15 tu hai
di quelli che seguono la dottrina dei nicolaìti: e poi ci
sono quelli che seguono i comportamenti licenziosi dei nicolaiti.
v.16 Convèrtiti
dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada
della mia bocca
Il vescovo e la sua comunità sono
invitati a convertirsi e la Parola di Dio, simile ad una spada affilata, è lo
strumento decisivo per il discernimento morale e spirituale.
v. 17 Al
vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale sta
scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi lo riceve
Il premio al vincitore di questa battaglia viene
promesso con una doppia metafora:
la manna
nascosta: secondo la
tradizione rabbinica su 2 Maccabei 2,4ss. Geremia prima della distruzione del
Tempio, nascose l’arca dell’alleanza conservandovi in essa la manna. Il cibo
del cielo resterebbe nascosto fino al tempo finale, messa in serbo per l’eterno
banchetto. Questa manna nascosta allude anche all’Eucarestia che resta nascosta
nei nostri tabernacoli e che viene consumata già adesso in contrapposizione ai banchetti idolatrici e come
prefigurazione del banchetto celeste.
la pietruzza
bianca: Gli antichi
greci solevano scrivere su piccole pietre bianche per tre motivi:
1. I nomi dei candidati alle elezioni.
2. I nomi dei vincitori dei giochi
olimpici o i nomi degli invitati alle cerimonie.
3. Nei processi giudiziari, i giudici
con una pietra bianca esprimevano la sentenza di assoluzione. Con questa metafora si annuncerebbe l’innocenza nel
giudizio di Dio, e quindi i vincitori verranno dichiarati eletti cittadini del
cielo.
Il nome
nuovo esprime la
creatura nuova e quindi richiama una relazione personale e amorosa con il
Cristo Risorto, possibile solo per chi lo accoglie. Gesù da un nome nuovo a chi è chiamato a seguirlo adesso e nella vita eterna (vedi la vocazione di Pietro
cfr. Mt 16,18).
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