Amore
nuziale
E vidi anche la città santa, la Gerusalemme
nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo
sposo.
Giovanni al capitolo 21,2 ci dice
che la nuova Gerusalemme è come una sposa pronta per il suo sposo. Il disegno
di Dio sull’uomo in tutta la Scrittura è questo matrimonio tra Dio Sposo e
l’umanità sua sposa. Fin dal principio Dio ha creato tutto ciò che non era Dio
affinchè tutto il creato arrivasse a questo rapporto nuziale con l’uomo fatto
ad immagine e somiglianza di Dio. La relazione Padre e figlio è solo l’inizio
del cammino verso questa comunione, infatti i genitori, amando i figli, amano
ancora se stessi, il dolore di un figlio è ancora il proprio dolore perché
quell’essere gli appartiene ancora nella carne. Diverso è l’amore nuziale, nel
matrimonio si uniscono due persone che non hanno legami di sangue: la sposa è
altro dallo sposo e viceversa. Sono uniti in matrimonio da stirpe diversa.
Allora il rapporto con Dio è un rapporto sponsale in quanto Dio non è uomo e
viceversa, però si deve realizzare uno sposalizio per cui Dio e l’uomo saranno
una cosa sola. L’uomo non sarà mai l’essenza di Dio, sarà assunto, sarà
fecondato, ma non sarà mai la stessa cosa di Dio. Nel matrimonio resta sempre
la distinzione, non c’è l’assimilazione, non si diventa l’altro, si partecipa
della vita dell’altro. Il rapporto con Dio sarà sempre di donazione, saremo la
sposa-vergine che si unisce allo Sposo. Dio che è lo Sposo ha dato tutto se
stesso all’umanità sua sposa, ora occorre la risposta oblativa della sposa che
avviene prima nel riconoscersi creatura-figlia amata da Dio, poi rispondere sì
a Dio diventando sua sposa per poi unirsi in quella comunione d’amore di cui il
prototipo è Gesù (natura umana e natura divina uniti in una sola volontà). La
nuova Gerusalemme rappresenta l’autentico rapporto tra gli uomini: la
fraternità. Nell’amore fraterno tra gli uomini si manifesta il popolo di Dio,
ma poi questo popolo, nell’unità, forma la sposa. Ecco perché Giovanni presenta
la nuova Gerusalemme come città santa e come sposa perché il rapporto con Dio
si manifesta nell’essere una cosa sola in questo abbraccio fraterno e
nell’amore nuziale perché viviamo sempre alla presenza di Dio come una sposa
che attende di unirsi al suo Sposo.
Manifestazione
dello Spirito
E mi mostrò
poi un fiume d'acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di
Dio e dell'Agnello…
Questa realtà che
Giovanni vede è la manifestazione dello Spirito di Dio che è nel profondo del
tempio (cfr. Ez 47,12). Se noi siamo il tempio, lo Spirito è nelle profondità
del nostro essere, però è necessario che ci sia una frattura perché emerga.
Beato quel giorno in cui il nostro cuore è stato spaccato, come si è aperto il
cuore dio Gesù trafitto dalla lancia. Bisogna, infatti, che avvenga la rottura,
per scoprire la vita divina in noi.
si trova un
albero di vita che dà frutti dodici volte all'anno, portando frutto ogni mese;
le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni.
questo versetto ci indica che è
necessario fare frutto sempre anche nelle stagioni sfavorevoli, nei momenti di
lotta e aridità, nei momenti di sofferenza e disgrazia. E il frutto dovrà
essere sempre la lode e il ringraziamento al Padre: l’Eucarestia. I frutti sono
prodotti dallo Spirito Santo che dà vita agli alberi che danno frutto sia nella
buona che nella cattiva stagione. Quelli che sono mossi dallo Spirito
continuano ad amare Dio anche nella prova. Il frutto dello Spirito non è sola
in un opera che è nutrimento per l’altro, ma anche negli atteggiamenti, nelle
cose che sembrano formali. Le fogli stanno ad indicare la forma, infatti non
solo la sostanza ma anche la forma, anche gli accorgimenti esteriori sono medicina
per gli altri. Il sorriso, la carezza, l’accettazione delle cose sono quel
contorno, quella bellezza che vivifica, dà forza e aiuta gli altri a guarire.
Adorazione
E quando le ebbi udite e viste, mi prostrai in adorazione ai piedi
dell'angelo che me le mostrava. Ma egli mi disse: «Guàrdati bene dal
farlo! Io sono servo, con te e con i tuoi fratelli
Poiché l’uomo è anche
spirito, ogni anima è così grande che se si potesse vedere resteremmo
tramortiti davanti a tanta luce e grandezza. Tutto resta nascosto nel corpo,
allora, davanti allo spirito angelico Giovanni si inginocchia e l’angelo gli
ricorda che in virtù dello spirito siamo a servizio di Dio. Il profeta è colui
nel quale lo Spirito ha avuto una massima evoluzione, ma anche coloro che
custodiscono la Parola do Dio saranno luminosi perché lo spirito si
manifesterà. Questo ci fa capire che tutte le visioni, i carismi e le
consolazioni sono poca cosa nei confronti della divinità. Ogni manifestazione
spirituale per quanto grande possa essere è sempre piccolissima non essendo
Dio.
Invocazione
Lo Spirito e la sposa
dicono: «Vieni!». E chi ascolta, ripeta: «Vieni!». Chi ha sete, venga; chi
vuole, prenda gratuitamente l'acqua della vita…Colui che attesta queste cose
dice: «Sì, vengo presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù.
Tutto dipenderà da questa
invocazione:Vieni! da questa sete
d’amore, da questo desiderio affinché il cuore si apra allo Sposo. La Sposa
deve invocare lo Sposo per poter vivere l’atto d’amore. L’acqua della vita è
donata a chi vuole attingere a questa fonte. Non devi pagare, devi solamente
bere, l’unica cosa necessaria è il desiderio di bere. Avere sete è
indispensabile per prendere dell’acqua della vita: desiderare la vera vita. La sposa, cioè la chiesa,
istruita da quanto scritto nell'Apocalisse, è arrivata a sentire esattamente le
stesse cose dello Spirito. E' quanto ci viene consigliato a livello
personale:"Chiedete e vi sarà dato...". Io credo che, secondo la
spiegazione fornita dagli esperti di vita spirituale, per chiedere e per
ottenere ciò che vogliamo, noi dovremmo essere sintonici con Dio; dovremmo
conoscere noi stessi e Lui tanto profondamente da richiedere solo quanto
rappresenta il nostro bene. Quando questo accade lo Spirito e la sposa
dicono:"Vieni!" La nostra anima potrebbe essere paragonata alla sposa
di Cristo che chiede soltanto quanto il Signore vuole già concederle. E questo
vale per noi, ma anche per il mondo intero.
Il Signore dice: Io verrò presto. Lui è infatti sempre
nell’atteggiamento di Colui che viene. “A chi mi invoca Io dirò:Eccomi”. La
nostra opera si concretizza solamente in questo grido che deve scaturire dal
nostro cuore: vieni! ho bisogno di te! La potenza dello Spirito Santo ci deve portare
a dire che Gesù è il Signore della nostra vita e disporci semplicemente ad
accoglierLo come tale e a lasciarsi trasformare da Lui.